Nascita di un comitato locale ⥀ Breve storia di Priorità alla Scuola

Breve storia del comitato anconetano Priorità alla scuola, nato nel maggio scorso

Magari bastassero degli striscioni o una mobilitazione di piazza per cambiare le cose. Lo sappiamo più che bene. Siamo tuttз grandicellз, qui, e con parecchi anni di cittadinanza attiva sulle spalle. Infatti, e speriamo che si capisca anche dai post che pubblichiamo sulla nostra pagina Facebook, il nostro Comitato locale di Priorità alla Scuola (PaS) non fa semplici mobilitazioni (che poi non sono mai semplici come sembrano: bisogna organizzarle, coordinarsi, farle – e tuttз noi lavoriamo… -, promuoverle sui social, scrivere comunicati stampa, rispondere ai giornalisti, fare le foto, ecc.). Da quando ad Ancona abbiamo deciso di aderire al movimento nazionale di PaS e ci siamo costituti Comitato (eravamo tre mamme, e basta), nel maggio scorso, noi volontarз agiamo su diversi fronti contemporaneamente: dialoghiamo con le istituzioni, monitoriamo la situazione delle scuole, ci mobilitiamo. Innanzitutto, dialoghiamo con le istituzioni locali, regionali e nazionali. Chiediamo di essere convocatз e incontriamo tutte le Istituzioni che scelgono di dialogare con noi, per aprirci al confronto, portare le nostre istanze di genitori-insegnanti-studenti-studentesse. Siamo statз dal Garante regionale dei diritti della persona Marche, dall’allora Presidente dell’Assemblea legislativa Marche (tra giugno e luglio, dal Consiglio Regionale Marche, sono partite tre mozioni ufficiali per portare al centro del dibattito politico regionale e nazionale le necessità delle scuole), dal Sindaco di Ancona e dagli Assessori ai Servizi sociali e alle Manutenzioni, oltre che dal Presidente del Consiglio Comunale. Con loro abbiamo monitorato l’andamento dei lavori nelle scuole, in vista della riapertura (metrature, edilizia leggera, trasporti, ecc.). Siamo statз accoltз anche in Regione, ex Giunta Ceriscioli, ed abbiamo incontrato il segretario del Presidente della Giunta e l’Assessore alla Formazione. L’unico che non ci ha mai accolto è il Direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale, ma non demordiamo. E adesso puntiamo ad incontrare il nuovo Presidente della Regione. A questi organi di governo territoriale inviamo lettere, promemoria, richieste, vademecum, proposte. Il Comitato nazionale di PaS, dopo 6 mesi e 1 giorno di tentativi, è stato accolto e ascoltato dal Ministero della Pubblica Istruzione. È una grande vittoria, un riconoscimento, un punto di partenza che sono costati una grande fatica. Il secondo fronte su cui siamo impegnatз è il monitoraggio costante e ravvicinato – in quanto siamo genitori, insegnanti, studenti – delle scuole, degli istituti scolastici. Se veniamo a sapere di situazioni specifiche molto critiche, le segnaliamo su Facebook: se qualche istituto “non si comporta bene” (leggi = non fa tutto quello che deve fare per garantire il diritto all’Istruzione), iniziamo innanzitutto a dirlo, a far riflettere le persone, a trovare soluzioni. Adesso, per esempio, stiamo monitorando con attenzione le procedure che si attivano nelle singole scuole quando una classe va in quarantena: cosa fa il dirigente in questi casi? Quali comunicazioni vengono inviate alle famiglie? In quanto tempo si attiva l’Azienda sanitaria? Quando fanno i tamponi e quanto ci mettono a dire i risultati? La teledidattica si è attivata subito? Per fare tutta questa azione di monitoraggio, disponiamo di una sola chat, in cui raccogliamo segnalazioni e studiamo i singoli casi. Non sapete quanto impegno richiede… Questo per tenerci sempre aggiornatз ed avere il quadro delle singole situazioni, scuola per scuola, classe per classe almeno ad Ancona (e Loreto). Il terzo ambito di azione che abbiamo intrapreso è quello della mobilitazione. Gli striscioni, le manifestazioni, i flash mob, i presidi statici e chi più ne ha, più ne metta. Ne abbiamo già realizzati sette: 5 e 25 giugno (il 25 in contemporanea con 60 piazze italiane e 60 Comitati territoriali di Priorità alla Scuola), 13 e 22 luglio (quando è venuta la Ministra Azzolina in volata all’Ufficio Scolastico Regionale: noi c’eravamo, con uno striscione), 26 settembre (Mobilitazione nazionale a Roma), 16 e 19 ottobre (con la mobilitazione #lascuolanonsichiude). Perchè lo facciamo? Non perchè ci illudiamo che uno striscione cambi le cose ma per almeno due motivi essenziali. Il primo motivo è attirare l’attenzione e indirizzarla sulle problematiche legate al mondo della scuola italiana e sulle giovani generazioni. È un’attenzione vigile e attiva che pochi in questi mesi hanno avuto, sia all’interno delle Istituzioni, sia tra i cittadini. Ecco perchè, e qui sta il secondo motivo delle nostre mobilitazioni, a forza di mobilitarci sempre più persone ci conoscono e si attivano per Priorità alla Scuola. Protestare e manifestare civilmente deve diventare una sana abitudine. Far capire a chi governa, a chi prende le decisioni che non è un buon segnale se si sta tutti zitti, buoni e si accetta acriticamente ogni decisione che viene presa sulle spalle delle nostre figlie e dei figli, e quindi sulle nostre. Meglio far capire che ci siamo, siamo cittadinз attivз, osserviamo, studiamo, chiediamo di confrontarci, proponiamo soluzioni. Insieme. Il silenzio e l’indifferenza uccidono la nostra comunità. E il futuro. Per questo esistiamo come Comitato.

Livia Accorroni